mercoledì 30 maggio 2012

Consigli di lettura

 Le stanze di lavanda è il romanzo pubblicato dalla casa edittrice Piemme a settembre del 2010 nella traduzione dal francese.
Il nome dell'autrice non svela le sue origini. Eppure Ondine Khayat è nata da madre francese e padre armeno. 
L'autrice ripercorre il vissuto di sua nonna armena, così come un'altra nipote, la giornalista turca Fethiye Çetin, l'ha fatto nel suo libro  Heranush mia nonna.
Leggete la recensione sul libro:
  libreriadelledonnefirenze.blogspot.it/2012/04/le-stanze-di-lavanda.html

martedì 29 maggio 2012

PRESENZA ARMENA IN CALABRIA


Il 26 maggio a Brancaleone (provincia di Reggio Calabria) si è tenuto un interessante convegno dove l’ispettore onorario del Ministero per i Beni Culturali, Sebastiano Stranges, ha esposto i risultati dei suoi studi sulla presenza degli Armeni nella provincia di Reggio tra il V ed il IX secolo d.C
Di questa presenza rimangono delle tracce in alcuni toponimi,  come Rocca Armenia vicino Bruzzano o Discesa dell’Armeno a Bova,  in alcuni cognomi, come Armeno, Trebisonda o Borzomati. Ci sono, poi, dei forti richiami al mondo armeno nelle chiese rupestri di Brancaleone che riportano pavoni e croci armene incise, così come nei territori di Ferruzzano, Casignana, Caraffa, Santagata, Samo e tra il territorio di San Luca e Natile Vecchio.
Castello di Bruzzano Zeffirio, sulla sommità della "Rocca d'Armenia"
Altre caratteristiche proprie della cultura Armena sono riscontrabili in alcuni piatti locali e perfino in giochi di carte.
Ricordiamo che Sebastiano Stranges aveva già resi noti i risultati delle sue ricerche storico-archeologiche nel 2005 in un convegno importante, dal titolo  “Gli Armeni in Calabria”,  tenutosi presso il Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria.  
Durante quel’incontro, il ricercatore e storico dei palmenti, Orlando Sculli, che da diversi anni si occupa di studio di vitigni, in particolar modo quelli selvatici del basso jonio reggino, ha riferito sugli antichi palmenti presenti nel territorio, dove sono state rilevate diverse croci armene. Attraverso particolari analisi era stato possibile supporre un’origine mediorientale di alcune coltivazioni. Mentre qualche anno fa l’università di Milano ha scoperto che molti vitigni locali sono in effetti geneticamente affini a quelli armeni. Da evidenziare, inoltre, il lavoro di censimento di oltre 750 palmenti svolto dallo studioso fra il paese di Bruzzano e il torrente Bonamico. Ci sono poi le miniere, le fortezze, gli archi e le fondamenta di villaggi che aspettano solo di essere riscoperte, studiate e valorizzate. "A questi resti non viene attribuito alcun valore" – denunciava allora Sculli. 
Vogliamo solo sperare che la situazione d'allora è migliorata.
Concludiamo con le parole di un relatore del recente convegno: "… se ora entrassero degli armeni in questo locale, voi non li riconosceresti come forestieri, loro hanno il nostro volto e la nostra fisionomia, solo parlano una lingua diversa".
 I partecipanti del convegno a Brancaleone, si sono rivolti a tutti i sindaci della zona di perorare la causa armena per il riconoscimento del genocidio.

lunedì 28 maggio 2012

LA PRIMA REPUBBLICA: 28 maggio 1918

Oggi  gli Armeni festeggiano la nascita della prima Repubblica.

La prima Repubblica Democratica Armena, proclamata il 28 maggio del 1918, dopo 543 di occupazioni e domini, durò meno di due anni e mezzo (1918-1920).
Lo stemma della prima Repubblica
Morì col vessatorio trattato di pace, stretto fra l’Armenia e la Turchia la notte fra il 2 e il 3 dicembre del 1920, a seguito della guerra turco armena scoppiata il 23 settembre di quell'anno. Le conseguenze della guerra con la Turchia furono disastrose per gli Armeni: il disarmo della maggior parte del suo esercito, la rinuncia al 50 % del suo territorio anteguerra e ai territori annessi all’Armenia con il trattato di Sèvres
Sconfitta, l’Armenia cedette il controllo ai sovietici: il 29 novembre del 1920 l’Armata Rossa entrò in Armenia.
Il 13 ottobre del 1921 fu stretto il trattato di Kars, con la partecipazione delle nuove entità sovietiche transcaucasiche: Armenia, Georgia e Azerbaigian. Il trattato stabilì il ritiro dell’esercito turco di Ataturk da Gyumri (in Armenia) e dall’Adgiaria (in Georgia). In cambio l’Armenia perse definitivamente i territori di Kars, Ighdir e Ardagan, compresa l’antica città di Anì e il monte Ararat, uno dei simboli dell’identità nazionale. All'Azerbaigian invece fu annessa la regione di Nakhichevan,  in precedenza contesa fra gli Armeni e gli Azeri.

mercoledì 23 maggio 2012

UNO DEI GRANDI


Chissà come sarebbe stata la vita di Shahnour Vaghinagh Aznavourian (chiamato alla francese CHARLES AZNAVOUR) se 88 anni fa, esattamente il 22 maggio 1924non fosse nato a Parigi, dove i suoi genitori si trovavano in attesa del visto per gli Stati Uniti.
Suo padre, armeno della provincia georgiana dell’Impero russo, e la madre, proveniente da una famiglia di commercianti armeni della Turchia, arrivarono a Parigi dalla Russia, dopo aver attraversato tutta l’Europa.
Dopo la nascita del figlio la famiglia decise di stabilirsi a Parigi. Il padre che aveva una voce da baritono aprì un piccolo ristorante, dove cantava per gli immigrati. Già all'età di 9 anni Charles cominciò a cantare e esibirsi sul palcoscenico. Nel 1936 debuttò al cinema. Nel 1939 il padre partì volontario per il fronte e Charles, costretto a lavorare, lasciò la scuola teatrale TSF.
Ebbe la fortuna di incontrare nel 1946 Édith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti. 
Cantante, cantautore e attore cinematografico, detto il "Frank Sinatra della Francia", canta in sei lingue e si è esibito in molte parti del mondo. Ha dato lustro alla Francia ed è stato insignito della Legion d'Onore. 
È ambasciatore della Repubblica d'Armenia in Svizzera dal 12 febbraio 2009. 

All'inaugurazione nel 2011 della casa museo di Aznavour a Yerevan

La maggior parte delle sue canzoni parlano d'amore e nella sua lunga carriera ne ha scritte oltre 1000. Ha cantato alla Carnegie Hall ed in tutti i maggiori teatri del mondo.
Nel 1988 scrive insieme al cognato e coautore Georges Garvarentz “Pour toi Armenie”, un brano dedicato alle vittime del terremoto in Armenia: la canzone rimane ai vertici delle classifiche per tredici settimane.
 Molte sue produzioni sono state interpretate dai grandi della canzone mondiale: da Fred Astaire a Bing Crosby, a Ray Charles e Liza Minnelli.
Nel 2006 parte per Cuba dove insieme a Chucho Valdés compone l’album «Color Ma Vie», pubblicato nel febbraio del 2007.
Il 30 settembre 2006 con le altre star francesi dà un concerto sulla piazza della Repubblica di Yerevan in occasione dell'inaugurazione dell'Anno armeno in Francia.
Nel luglio del  2010 ha cantato in piazza San Marco a Venezia. Ecco la curiosa intervista rilasciata in quell'occasione all'inviato de Il Corriere della Sera.
A settembre del 2011 Charles Aznavour annuncia la sua tournée d'addio: 21 recital, a partire da 7 settembre e fino al 6 ottobre, nel celebre teatro parigino Olympia a cui deve la consacrazione, più di mezzo secolo fa.
Seguono, fino a dicembre 2011, tante date in tutta la Francia e una 1 data in Svizzera.

mercoledì 16 maggio 2012

Trionfo degli armeni all'Eurovision Young Musicians 2012

Una vittoria meritata per due giovani talenti armeni  che hanno ottenuto il 2° e il 3° premio all'Eurovision Young Musicians 2012.  
Sono rispettivamente Emmanuel Tjeknavorian che rappresenta l'Austria e Narek Kazazyan dalla Repubblica d'Armenia.


Emmanuel Tjeknavorian, nato 17 anni fa a Vienna proviene da una famiglia di musicisti.  Attualmente è studente dell'Università delle Arti Drammatiche e Musica di Vienna. A sette anni ha fatto la sua prima apparizione in pubblico e da allora ha vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Nell'esibizione finale ha interpretato il Concerto per violino e orchestra in re minore, op. 47 di Jean Sibelius.
Il quindicenne Narek Kazazyan, invece, suona il qanun (in armeno qanon), uno strumento suonato generalmente da mani femminile. Ha imparato ad usarlo fin dalla tenera età, sostenuto dalla madre, che a sua volta, anche suona il qanun. 
Narek ha studiato presso la scuola musicale armena di Vanadzor (provincia di Lori). Nonostante la giovane età il ragazzo di talento ha avuto modo di conquistare  il pubblico dei vari paesi del mondo.
In finale della competizione internazionale Narek ha eseguito il  Concerto per Qanun del compositore ed virtuoso qanunista Khachatur Avetisyan, che è considerato il fondatore della moderna scuola di qanun in Armenia.
Ecco  il link per vedere la sua entusiasmante interpretazione.

mercoledì 9 maggio 2012

Il 9 maggio: La giornata della Vittoria

Oggi, il 9 maggio, è doppia festa nella Repubblica d’Armenia.
Si celebra la vittoria contro il nazifascismo del 1945 e la liberazione della città di Shushì,  nel 1992. 
L'offensiva di Shushì, nel cuore della regione Artzakh (Nagorno Karabakh), ha segnato una svolta decisiva nella guerra per l’indipendenza dell’Artzakh. Da quel giorno l’avanzata armena fu assidua, fino a raggiungere un cessate il fuoco del 1994.
Chiniamo la testa dinanzi al patriottismo e al coraggio dei combattenti, molti dei quali  persero la vita.


Combattenti della guerra di Artzakh (Nagorno Karabakh)

martedì 8 maggio 2012

"Una cena armena" al Teatro India di Roma


Teatro India - Lungotevere Vittorio Gassman
(già Lungotevere dei Papareschi), 1 - Roma
da martedì 15 MAGGIO a domenica 20 MAGGIO 2012
      Debutta a Roma lo spettacolo di Paola Ponti Una cena armena, per la regia di Danilo Nigrelli. L'idea di questo testo nasce dall'incontro di Màlbeck Teatro e Sonya Orfalian, scrittrice e artista armena, figlia della diaspora e studiosa del genocidio che nel 1915 ha sterminato un milione e cinquecentomila armeni ad opera del governo dei Giovani Turchi. 
     Danilo Nigrelli dirige se stesso e Rosa Diletta Rossi nei ruoli di Aram e Nina, un signore armeno e una ragazzina italiana, che incrociano le loro strade in una notte al calore dell'ojàkh, il focolare, mentre fuori impazza una tormenta di neve. I due personaggi si muovono nello spazio come due bestie in gabbia che lentamente cominciano ad annusarsi, come per nascondere qualcosa, un mistero che sarà svelato solo alle prime luci dell'alba. 
      Una cena armena è la storia di due generazioni, antitetiche tra loro e insieme specchio della propria immagine, che hanno alla fine la forza di guardarsi in faccia, di affrontarsi e di passarsi il testimone. Dirà Aram: "Non si può sempre sperare di vedere la fine... Non si ha il tempo. Ma il tempo, lui, non finisce."


Per informazioni, orari e biglietti:
Teatro India: 06- 55300894 |  06-684000311 | 06-684000314
oppure: 
http://www.teatrodiroma.net/adon.pl?act=doc&doc=1469
http://www.teatrodiroma.net/adon.pl?act=doc&doc=1393



lunedì 7 maggio 2012

Gabriella Uluhogian: Colonie o diaspora?

Carissimi soci, amici, simpatizzanti,
venerdì 18 maggio prossimo alle ore 18.00, presso la Galleria d'Arte DAFNE (Via delle Colonnette 20), avremo un'ospite d'eccezione, la Prof. Gabriella Uluhogian, che esplorerà il mondo della diaspora armena con un intervento dall’intrigante titolo "COLONIE O DIASPORA?"
Seguiranno un piccolo concerto e rinfresco.

La sala, che ha recentemente ospitato per diversi mesi una ricca mostra retrospettiva del pittore Alfonso Avanessian, ha posti limitati. 
Vi preghiamo quindi di confermare la vostra partecipazione entro martedì 15 maggio.
e-mail: assoarmeni@gmail
cell.: 338 8560762 
tel.: 06 5830.1270

Gabriella Uluhogian, nata in Italia da genitori armeni, per più di trent'anni è stata professore associato di Lingua e letteratura armena presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna.
Ha studiato le traduzioni armene risalenti ai secoli V-VII di testi greci classici, patristici e bizantini,  pubblicando l’edizione critica della versione armena delle Regole di S. Basilio.
Ha pubblicato vari documenti sulle relazioni degli armeni con l'Italia, tra i quali il più significativo è Un’antica mappa della Chiesa armena (Longo 2000): straordinaria mappa tematica realizzata da un armeno di Costantinopoli nel 1691 per il conte bolognese Luigi Ferdinando Marsili.
Tra le ultime pubblicazioni si ricordano Gli armeni, il Mulino, Universale Paperbacks, Bologna 2009, (ristampa 2010) e il Catalogo dei manoscritti armeni delle Biblioteche d'Italia, nella collana "Indici e Cataloghi, Nuova Serie XX", Roma 2010.
Con i propri allievi ha curato la prima traduzione in italiano della Storia degli Armeni di P‘awstos Buzand (Mimesis 1997), importante storico del V secolo, e di una raccolta di novelle dello scrittore armeno moderno Aksel Bakunts (Racconti dal silenzio, Guerini 2002). 






martedì 1 maggio 2012

Hrand Nazariantz, Fedele d'Amore

Vi riportiamo il comunicato stampa conclusivo dell'iniziativa organizzata dal Centro Studi Hrand Nazariantz di Bari. 


Si è svolta Venerdi 27 aprile 2012 alle ore 17:30 nella Sala Consigliare del Comune di Bari la presentazione del volume HRAND NAZARIANTZ, FEDELE D'AMORE a cura di Paolo Lopane edizioni FAL vision.
Con l'editore Luciano Pegorari sono intervenuti presenti gli autori Paolo Lopane, Cosma Cafueri, Rosalia Chiarappa, Dorella Cianci, Carlo Coppola e in rappresentanza del sindaco di Bari, in viaggio per il Libano, è intervenuta la dott.ssa Antonella Rinella, su Capo di Gabinetto.
     Gli autori hanno potuto tracciare un percorso biografico, storico, letterario e sentimentale di Hrand Nazariantz che proveniente dalla lontana Costantipoli visse a Bari per quasi un cinquantennio animando vari settori della cultura barese svecchiandola e rinnovandone le aspirazioni europeiste e lo sguardo verso Est. Nazariantz riuscì infatti più d'ogni altro a triangolare cultura la italiana e quella armena di Turchia mettendole in relazione con la cultura francese ottonovecentesca ottenendo così un interessante incontro di sguardi, voci e sensibilità.
       Alla manifestazione, organizzata dal Centro Studi Hrand Nazariantz di Bari in prossimità del 24 Aprile data di commemorazione del Genocidio Armeno, hanno preso parte alcune scolaresche provenienti da istituti di secondo grado di Bari ed esponenti della attuale comunità armena di Bari. Tra questi Rupen Timurian, Levon e Kainik Adajan. Gradito contributo fuori programma è stato offerto dal dott. Egidio Pani, storica penna della pagina culturale della "Gazzetta del Mezzogiorno" che ha dato il suo personale ricordo di Hrand Nazariantz e della Bari del secondo dopoguerra.
    Durante la manifestazione è stata realizzata una video-cronaca completa dell'evento a cura del Centro Studi Hrand Nazariantz opera di Angela Dinuzzi disponibile al seguente indirizzo 
>>>   www.youtube.com/watch?v=9aDMf454NeU&feature=youtu.be