venerdì 20 dicembre 2013

AUGURI !!!

L'Associazione della Comunità Armena 
di Roma e del Lazio
desidera farvi arrivare i più sentiti e calorosi auguri di
Buon Natale
e
Felice Anno Nuovo
                                         

lunedì 9 dicembre 2013

Spirito d'Armenia - Jordi Savall

Desideriamo proporvi il concerto di Jordi Savall dedicato ad un repertorio armeno con artisti  prevalentemente armeni che l‘Istituzione Universitaria dei Concerti ha organizzato per martedì 14 gennaio 2014 alle ore 20.30 presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma.














Jordi Savall direttore e solista


Mùsicos Armenios

George Minassyan, duduk
Haïg Sarikouyoumdjian, duduk
Gaguik Mouradian, kamantcha
Hespèrion XXI
Viva Biancaluna Biffi, viola da arco

Pedro Estevan, percussioni

Siamo lieti di informarvi che la nostra  associazione  è riuscita ad ottenere per tutti i soci, amici e simpatizzanti lo sconto del 15%  sui prezzi dei biglietti:

Prenotazione e acquisto dei biglietti presso
Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC):
Lungotevere Flaminio, 50 - 00196 Roma 
tel. 063610051/2 Fax 0636001511 


I settore                            30€ + 10% prevendita  -  scontato  29.5
II settore                          27,5€  + 10% prevendita  -  scontato  24.5
III settore e galleria       22€ + 10% prevendita  -  scontato 19.5
under 30                            8€    per tutti i settori
Family card (moglie, marito e figlio under 14) 10+10+5
Family card (moglie, marito e figlio over 14) 10+10+8

Al botteghino la sera del concerto:

I settore                            30€ -   scontato    27
II settore                          25€   -  scontato  22.5
III settore e galleria       20€   -  scontato  18
under 30                            8€

Il giorno del concerto 14 gennaio alle 15.30

JORDI SAVALL incontra il pubblico
al Conservatorio Santa Cecilia (Via dei Greci 18)
L'incontro è realizzato dall'Istituzione Universitario Concerti in collaborazione con il Conservatorio di Santa Cecilia, l'Ambasciat adi Spagna in Italia, il Dipartimento di Studi Greco-Latini, Italiani, Scenico-Musicale della Sapienza.

venerdì 6 dicembre 2013

RICORDO DI UNA CATASTROFE

Esattamente venticinque anni fa un violentissimo terremoto, che raggiunse la magnitudo  di 6,9 gradi della scala Richter, devastò il nord dell’Armenia
Le vittime furono circa venticinquemila, ancor di più i feriti. Le distruzioni furono immense.

Ricordando questo tristissimo evento vogliamo porre l'accento sul fatto che l'essere umano nei secoli ha dimostrato come, dalle catastrofi, dalle sciagure, dai rovinosi cataclismi, ci si rialza con lo sforzo comune e con la volontà di cooperare e rinascere insieme.

Il Messaggero del 8.12.1988

La Repubblica del 1991

domenica 24 novembre 2013

Storie della Diaspora. Armeni meritevoli: Gerardo Orakian


Tratto dagli articoli di Mara Filippozzi  e Glauco Viazzi (pseudonimo di Jusik Achrafian) Gli Armeni in Italia,  De Luca Edizioni d’Arte, 1991.

Tra le varie figure d’intellettuali ed d’artisti armeni che operarono in Italia nel ’900, forse le figure maggiormente rimaste in ombra sono quelle di Hrand Nazariantz e Gerardo Orakian. Entrambi esuli da una patria distrutta, nel ricordo della quale, con  bruciante nostalgia, consumarono la loro esistenza, precludendosi un effettivo inserimento nella realtà sociale del paese che li aveva accolti.

Gerardo Orakian nacque a Costantinopoli nel 1901. Il padre era un medico facoltoso. Gerardo visse i suoi anni giovanili nella vivace Costantinopoli di inizio secolo seguendo dai banchi del prestigioso istituto “Gentronagan” l’incalzante susseguirsi di avvenimenti socio-politico-culturali che caratterizzarono l’allora capitale ottomana. La sua esuberanza e il suo impegno attivo lo portarono ad essere segnalato come “studente ribelle”. Prima di lasciare la terra che lo aveva “bandito”, vide prelevare di notte il padre dalla loro casa nella quale non tornò più. Partì per l’Italia nel 1920. Successivamente si trasferì a Parigi, dove ebbe l’opportunità di conoscere i rappresentanti delle maggiori espressioni figurative europee dell’epoca. Tornato a Roma nel 1925 si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti. Intorno al 1930 strinse amicizia con i coniugi De Simoni, che divennero i suoi più affezionati amici e ferventi estimatori della sua arte. Privo di tutti i suoi beni, visse di stenti, in una povertà assoluta, appagato solo dalla sua opera che divenne l’unico suo motivo di esistenza. Con l’andare degli anni le sue condizioni di salute si aggravarono. Morì il 2 agosto del 1962 in una stanza dell’Ospedale di Santo Spirito. La salma dell’esule riposa al cimitero di San Lorenzo.

Scarse furono le occasioni che Orakian ebbe per farsi conoscere dalla critica ufficiale, sia per la mancanza di mezzi economici, che per la riluttanza a mostrare le proprie opere al pubblico. Si sa che tenne la sua prima personale nella galleria “Il Cortile” in via dei Prefetti 46 a Roma nel 1947. Quindi fu a Venezia nel 1950 dove espose 15 quadri alla Galleria “Sandri ” in Campo Manin. La mostra fu finanziata dal cugino del Cairo tramite i Padri Mechitaristi che anticiparono 17.000 lire e ospitarono il pittore che ricambiò restaurando un soffitto e lasciando loro in dono un quadro.
La collettiva a cui partecipò nel ’55 nella galleria “Il Gallo Rosso” fu introdotta da Mario Rivosecchi, critico e ordinario di Storia dell’Arte all’Accademia delle Belle Arti di Roma, che apprezzò  il tenace temperamento, la levatura artistica, lo stile e l’anti-conformismo  dell’uomo-artista. Orakian tenne la sua ultima esposizione personale dal 23 dicembre al 9 gennaio 1962 presso la galleria “La Cassapanca” in via del Babbuino 107, dove troviamo la proprietaria la scultrice Nwart Zarian Cimara che fissò anche in una “testina” i tratti dello stimato amico e compatriota pittore.

Salotto, 1950 tempera su carta, cm. 66x54
 Milano, coll. privata





















La nozze di Cana, 1960? olio su tavola, cm.60x71 
Milano coll. privata


Interno del bar, 1959 tempera su carta, cm.66x54
Milano, coll.privata






























































Orakian è stato un pittore contemporaneo nel vero senso della parola e ha partecipato in prima persona ai movimenti vitali della cultura figurativa del ‘900. La sua pittura che si avvicina molto al mondo pittorico di Arshile Gorky, pieno di emozioni e passioni, è uno sforzo totale di essere se stesso, una espressione perfetta della propria individualità.
Per una corretta lettura dell’opera di Orakian non si può prescindere dal carattere di armenità che la pervade e che riaffiora puntualmente sia nei temi che ripercorrono la tragedia degli Armeni, ora nei tratti somatici propri del suo popolo che il pittore proponeva stilizzati e stigmatizzati nei suoi “gruppi umani” o inseriva – quasi come un segno distintivo di riconoscimento - tra i volti popolari e “nostrani ” degli avventori delle osterie romane. Il capolavoro di Orakian è “Il Massacro”. Questo quadro non ha alcun riferimento storico in senso stretto, è una raffigurazione del massacro in assoluto. In questa creazione di grande valore artistico il pittore tocca la piena maturità delle sue esperienze metafisiche ed espressionistiche.

Purtroppo oggi in Italia non è possibile fare una conoscenza più approfondita delle opere di Orakian in quanto a parte un unico quadro esposto ai visitatori dell’Isola Armena di San Lazzaro a Venezia – esse fanno parte di collezioni private. La maggior parte della produzione orakiana si trova a Erevan, nell’attuale Repubblica di Armenia, al Museo Nazionale di Storia ed Arte e al Museo d’Arte Contemporanea, inviati in dono dall’Italia per espresso desiderio dell’artista alla sua morte. “Donate i miei quadri al mio popolo”, aveva detto agli amici questo impenitente armeno che trasfondendo la sua vita nell’opera, seppe così sublimare in arte il dramma di una misera esistenza.

martedì 19 novembre 2013

Invito a teatro

Dopo la prima rappresentazione nel 2009, al Festival della Drammaturgia italiana contemporanea “Schegge d’autore”,   ecco un’altra occasione per conoscere il testo teatrale di Raffaele Aufiero “Il colombo impaurito”, un toccante omaggio al giornalista turco di origine armena Hrant Dink

Sarà presentato durante la II edizione della rassegna teatrale MISF-ATTO UNICO a TeatroPetrolini (via Rubattino, 5 - Testaccio - Roma).

Così commenta il suo scritto Raffaele Aufiero, rifacendosi ai cartelli “IO SONO ARMENO, IO SONO HRANT DINK” apparsi a Istanbul durante il corteo di cittadini turchi, e non solo, che accompagnò i funerali di Hrant Dink:
“Io invece sono italiano e, in un cartello ideale, avrei voluto proclamare: IO SONO ITALIANO, IO SONO HRANT DINK, perché come scrittore e giornalista, come intellettuale calato nel mio tempo e completamente inserito nella storia, devo riconoscere che l’assassinio di un giornalista politicamente esposto (per la sua vocazione alla giustizia, alla comprensione, alla pacificazione, alla tolleranza) non è mail solo un crimine ad personam, ma un crimine contro l’umanità, cioè un crimine orrendo commesso contro tutti coloro che credono negli stessi valori che Dink ha propugnato e sostenuto fino al sacrificio”.

mercoledì 23 ottobre 2013

Mostre fotografiche sull'Armenia

Due mostre fotografiche, una a Trieste e un'altra a Roma, quasi in contemporanea, raccontano l'Armenia, attraverso due percorsi e obiettivi artistici diversi.

Le vie della Foto
1-31 ottobre - Trieste - Hosteria Agli Orfanelli

Nell'ambito del progetto culturale "Le vie delle Foto" che nasce come una mostra collettiva composta da tante mostre singole dislocate nel centro cittadino di Trieste, c'è anche una dedicata all'Armenia. Il fotografo reatino Enrico Meloccaro, spiega motivazioni e scelta dello stile adottato per il suo lavoro.
"L'Armenia è un Paese con un forte appeal che ha suscitato in me grandi emozioni. Ho cercato di tradurre in immagini le tante sensazioni che ho provato visitando in lungo e in largo questo bel Paese: la forte spiritualità, le grandi contraddizioni, lo spirito genuino e pacifico dei suoi abitanti. Lo stile reportagistico è, secondo me, quello che meglio si adattava per riprodurre le tante sfaccettature di un Paese che merita di essere ulteriormente approfondito".

DOMIK: Il fotografo aquilano Balducci racconta l'Armenia a 25 anni dal sisma
26 ottobre/16 novembre - Antropomorpha -  Roma
via Castruccio Castracane 28a

Mentre 26 ottobre a Roma sarà allestita la mostra del fotografo aquilano Danilo Balducci, in cui l’autore presenta il suo lavoro in bianco e nero. Dopo aver documentato a fondo il terremoto nella propria città, il fotografo ha sentito il bisogno di vedere realtà simili, ed è andato nella città armena per raccontare con le immagini la storia di un altro sisma, ovvero quello del 7 dicembre 1998 in Armenia. "La scelta di documentare una situazione post sismica differente – spiega Balducci – nasce dall’evoluzione e le mutazioni che, in un contesto assolutamente diverso da quello aquilano, hanno colpito la popolazione armena”.

lunedì 21 ottobre 2013

Congresso Internazionale a Yerevan

Dal  17-19 ottobre 2013 si è tenuto Yerevan (Armenia) il II Congresso Internazionale dal titolo “Studi armeni e sfide ai tempi moderni” (Հայագիտությունը և արդի ժամանակաշրջանի մարտահրավերները) dedicato al 70° anniversario dell’Accademia delle Scienze della Repubblica d’Armenia.
Il nostro consigliere Dr Varoujan Aharonian è stato invitato per una presentazione sul tema

I luoghi e percorsi della presenza armena a Roma attraverso i secoli

All’apertura dei lavori era presente il ministro della Diaspora Hranush Hacobian.


sabato 21 settembre 2013

Festa Nazionale Armena

Due serate romane indimenticabili hanno anticipato la Festa Nazionale Armena del 21 settembre segnando una nuova tappa nei rapporti d’amicizia fra l’Italia e l’Armenia.

Il 18 settembre nella suggestiva cornice di palazzo Ferrajoli si è svolto il ricevimento per il 22esimo anniversario dell’Indipendenza della Repubblica d’Armenia al quale hanno partecipato esponenti del mondo politico ed economico italiano,  personalità diplomatiche e religiose, nonché membri delle comunità armene d’Italia. Con la parola di saluto si è rivolto ai numerosi ospiti il Ministro degli Affari Esteri armeno Eduard Nalbandian, in visita ufficiale in Italia.  

Nella serata successiva  invece, su invito di S. E. l’Ambasciatore  della Repubblica d'Armenia presso la Santa Sede il Sig. Mikayel  Minasyan e la Sig.ra Anush Minasyan,  gli amici della Repubblica Armena  hanno partecipato all’inaugurazione della mostra fotografica “San Gregorio l’Illuminatore. Patrimonio comune della Cristianità", allestita nello storico Palazzo della Cancelleria.

L’evento  coincide con l’inaugurazione della sede dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede a distanza di 21 anni dall’instaurazione dei rapporti diplomatici fra la giovane Repubblica Armena e lo Stato Vaticano. Nel suo discorso di benvenuto,  il ministro degli esteri E. Nalbandian ha espresso la sua soddisfazione per l’apertura della nuova sede diplomatica a cui è seguito quello di S. Em.za il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

L’ospite d’eccezione della serata è stato il celebre chansonnier  Charles Aznavour.


mercoledì 5 giugno 2013

INCONTRO CON CESAR BALABAN

Mercoledì, 12 giugno - ore 17.00
Biblioteca Vallicelliana 
P.zza della Chiesa Nuova 18 , Roma

A poco più di un anno dalla presentazione del libro di Antonia Arslan, vi rinnoviamo l'appuntamento nella suggestiva Sala Borromini dell'oratorio dei Filippini, per incontrare, questa volta un altro armeno della diaspora, Cesar Balaban.  
Il libro con cui si presenta ai lettori italiani potrebbe essere definito in molti modi e ogni modo troverebbe una sua giustificazione: romanzo autobiografico in quanto racconta la vita dell’autore-protagonista dalla nascita ad Aleppo fino ai diciannove anni, quando parte per l'Italia; romanzo di formazione in quanto, risalendo ai suoi ricordi più remoti, cerca di ritrovare nella propria esistenza quelle verità che solo il racconto può rivelare; romanzo storico poiché narra, con una prosa limpida e vibrante, le peripezie del popolo armeno prima e dopo il genocidio inserendole nella storia del Vicino Oriente mediterraneo, dell’Europa e delle grandi potenze USA e URSS. 


Per maggiori informazioni contattateci ai numeri:      3497942115  e 3388560762.


martedì 28 maggio 2013

LA STORIA DELLA PRIMA REPUBBLICA ARMENA

Oggi  gli Armeni festeggiano la nascita della prima Repubblica.

La prima Repubblica Democratica Armena, proclamata il 28 maggio del 1918, dopo 543 di occupazioni e domini, durò meno di due anni e mezzo (1918-1920).
Lo stemma della prima Repubblica
Morì col vessatorio trattato di pace, stretto fra l’Armenia e la Turchia la notte fra il 2 e il 3 dicembre del 1920, a seguito della guerra turco armena scoppiata il 23 settembre di quell'anno. Le conseguenze della guerra con la Turchia furono disastrose per gli Armeni: il disarmo della maggior parte del suo esercito, la rinuncia al 50 % del suo territorio anteguerra e ai territori annessi all’Armenia con il trattato di Sèvres
Sconfitta, l’Armenia cedette il controllo ai sovietici: il 29 novembre del 1920 l’Armata Rossa entrò in Armenia.
Il 13 ottobre del 1921 fu stretto il trattato di Kars, con la partecipazione delle nuove entità sovietiche transcaucasiche: Armenia, Georgia e Azerbaigian. Il trattato stabilì il ritiro dell’esercito turco di Ataturk da Gyumri (in Armenia) e dall’Adgiaria (in Georgia). In cambio l’Armenia perse definitivamente i territori di Kars, Ighdir e Ardagan, compresa l’antica città di Anì e il monte Ararat, uno dei simboli dell’identità nazionale. All'Azerbaigian invece fu annessa la regione di Nakhichevan,  in precedenza contesa fra gli Armeni e gli Azeri.

sabato 18 maggio 2013

A PROPOSITO DEL SEMINARIO

Vi proponiamo volentieri un ampio e dettagliato servizio, a firma di Paola Della Corte sul sito  di RadioSapienza, dedicato al seminario sull'architettura armena.

"Giovedì 16 maggio, presso la Biblioteca alessandrina, si è svolto il seminario “La varietà del patrimonio architettonico armeno: chiese, conventi e fortezze dal IV secolo ad oggi”, promosso dall’Associazione della comunità armena di Roma e del Lazio. L’incontro, introdotto da Maria Cristina Martino, direttrice della biblioteca, ha visto protagoniste Maria Adelaide Lala Comneno e Simonetta Ciranna. A margine è stata presentata la mostra “Edizioni armene, libri a stampa secoli XVII e XVIII”. L’appuntamento si inserisce nell'ambito del ciclo di incontri Biblioteche, libri, documenti in collaborazione della Biblioteca Alessandrina..."
Leggete il testo completo





martedì 7 maggio 2013

SEMINARIO SULL'ARCHITETTURA ARMENA

Giovedi 16 maggio 2013, ore 16.00 
Biblioteca Universitaria Alessandrina (MIBAC) 
Palazzo del  Rettorato,  p.le Aldo Moro 5, Roma

D.ssa Maria Adelaide Lala Comneno, già  docente all’Università della Basilicata, e la Prof.ssa Simonetta Ciranna, Professore di Storia dell'Architettura all'Università dell'Aquila, terranno il Seminario dal titolo: “La varietà del patrimonio architettonico armeno: chiese, conventi e fortezze dal IV secolo ad oggi”.
Introduzione della D.ssa Maria Cristina di Martino, Direttrice della Biblioteca Alessandrina, e della D.ssa Yeghis Keheyan, Presidente dell'Associazione.   
Sarà inoltre allestita una mostra  sulle  Edizioni armene, libri a stampa (secc. XVII e XVIII).

La conferenza, patrocinata dall'Ambasciata della Repubblica d'Armenia, si inserisce nell'ambito del ciclo di incontri Biblioteche, libri, documenti ed è promossa dall’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio  con la collaborazione della Biblioteca Alessandrina.

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