mercoledì 28 dicembre 2011

Consigli di lettura

Antonia Arslan l’8 dicembre scorso ha recensito sul settimanale Famiglia Cristiana il libro La memoria del vento, edizioni Piemme, dello scrittore di origini armene Mark T Mustian, che vive e lavora in Florida. Il libro uscito l’anno scorso negli Stati Uniti con il titolo The Gendarme, editore Amy Einhorn Books/Putnam, aveva avuto un successo tale che era già stato pubblicato in Grecia, Francia, Israele, Spagna e Brasile.
Antonia Arslan ci racconta la trama di eventi legati al genocidio armeno, visti però dalla parte del persecutore, un giovane gendarme turco di scorta ad una carovana di deportati.
L’autore, dopo approfondite ricerche e un viaggio nei luoghi narrati, fa rivivere nella memoria del protagonista, verso la conclusione della sua vita, i momenti terribili, perché legati ad una tragica pagina di storia e ad una vicenda d’amore.
Troviamo anche una bella intervista a Zapping su Radio RAI 1 del 4 novembre in cui Mustian ci parla di sé e del suo romanzo.





sabato 24 dicembre 2011

Che cosa vogliono gli armeni

Fonte: Repubblica | 24 dicembre
NOI ARMENI, FERITI DAL GENOCIDIO ORA IL DIRITTO ALLA MEMORIA
ANTONIA ARSLAN
________________________________________
Oltre un milione di morti, fu il primo sterminio di massa del ventesimo secolo. Quanto tempo deve ancora passare perché Ankara riconosca la verità storica?
Dallo schermo del computer mi guarda il leone d´Armenia, disteso sulla tomba dei principi Orbelian, lassù nell'alta valle di Noravank, in un appartato angolo del Caucaso. È un leone dormiente, visto di fianco, con una zampa ripiegata sul petto: immagine inconsueta e affascinante, che ben rappresenta il popolo armeno e la sua indole aristocratica e montanara, radicata da millenni intorno al Monte Ararat e ai tre grandi laghi di Sevan, Van e Urmià.
Là un ruscello incontaminato scorre in mezzo a ripari rupestri abitati millenni fa, a grotte dove ancora i pastori offrono il pane al viandante: là tre "chiese di cristallo", come le definì Cesare Brandi, ancora sorgono su un isolato pianoro. Nell´epoca d´oro del regno d´Armenia, accanto ai monasteri fiorivano centri di grande cultura, scriptoria affollati di copisti, di pittori di miniature, di industriosi mercanti intenti a cospicui scambi commerciali: erano importanti punti di transito sulla via della seta, luoghi di contatto e di incontro fra Oriente e Occidente.
Il popolo armeno è infatti un popolo-ponte, una tribù indoeuropea che da sempre sta in mezzo fra l´Asia e l´Europa, ed è stata spesso vittima degli scontri feroci fra i grandi imperi, dai Sassanidi ai Bizantini ai Turchi Selgiuchidi, pur conservando per millenni la sua identità culturale e religiosa. Ma la ferita che gli viene inferta nel 1915-1922 è totale: la perdita della terra avita e di ogni possesso, case, chiese, scuole, fabbriche, e soprattutto la terra. Gli armeni perdono tutto, e da minoranza rispettata e ben radicata, dopo una pulizia etnica che ne elimina più della metà (circa 1.200.000), diventano una "turba dispersa che nome non ha", come scrive il poeta. Un popolo in diaspora, come gli ebrei; ma mentre agli ebrei la Germania ha chiesto scusa, sugli armeni è scesa, dal 1924, data del trattato di Losanna, fino agli anni Ottanta, una pesante, totale coltre di silenzio. E mentre la ferita degli armeni, privati anche della memoria del lutto, rimane aperta e dolente, ad Istanbul si ergono i mausolei dedicati a Talaat e ad Enver, i due principali responsabili del genocidio: come se a Berlino i tedeschi avessero eretto monumenti a Hitler e a Himmler! 
Si discute in questi giorni sulla decisione dell´Assemblea Nazionale di Francia di approvare una legge che colpisce il negazionismo contro il genocidio degli Armeni, il Metz Yeghèrn, in analogia alla Legge Gayssot del 1990 contro chi nega la Shoah ebraica. Il governo turco reagisce come al solito, con furibonda determinazione, incurante del parere della grandissima maggioranza degli storici, basata sulla massa enorme di studi e di documenti usciti su questo argomento negli ultimi vent´anni: grida minacce, ritira l´ambasciatore, promette sfracelli.
E io mi domando, sommessamente: quanto tempo ancora dovrà passare perché l´establishment politico e militare di questo grande paese, che è la Turchia contemporanea, accetti di riconoscere che nel lontano 1915, quasi un secolo fa, nelle pianure d´Anatolia fu perpetrato il primo genocidio del Ventesimo secolo, dal governo dei "Giovani Turchi", che nulla ha a che vedere con l´attuale Repubblica di Turchia? Non c´è infatti continuità fra l´Impero Ottomano e la repubblica attuale, ma una frattura storica netta e amplissima.
Ma perché tanta enfasi sulla parola "genocidio"? Perché le grandi comunità armene della diaspora, negli Stati Uniti, in Francia e in Russia, come d´altronde tutte le altre sparse per il vasto mondo, insistono su questo punto con tanta drammatica intensità? Perché non si accontentano dei sinonimi, come strage o massacro?
Perché fu genocidio, se questa parola ha un senso. Quando l´avvocato ebreo polacco Raphael Lemkin, rifugiatosi negli Stati Uniti, la inventò nel 1944, aveva dietro di sé una storia ventennale di riflessione sulla tragedia armena e sul modo in cui fu attuata. 
Un´eliminazione programmata a freddo, eseguita su tutta una minoranza - afferma Lemkin - per ragioni etniche, religiose o politiche, con tutta la forza di uno Stato sovrano e usando tutti i mezzi più moderni adatti allo scopo, senza escludere vecchi, donne o bambini: un´azione moderna e ben organizzata. È questo il punto su cui gli armeni insistono: non tanto su una legge, come quella francese, che purtroppo può diventare facilmente censura o limitazione della libertà di parola, ma sul diritto di un popolo massacrato, scacciato dal suo focolare avito e dimenticato per decenni, di vedere la propria memoria accolta e il proprio dolore rispettato. 

Il gelo tra la Francia e Turchia

Vi proponiamo la rassegna stampa dei principali quotidiani nazionali sulla crisi diplomatica tra la Francia e Turchia a seguito del primo via libera del Parlamento francese alla legge contro il negazionismo del genocidio armeno.


lunedì 19 dicembre 2011

Consigli di lettura

Libreria delle Donne: La bastarda di Istanbul: Elif Shafak Rizzoli 2009 € 9,90 C’era una volta e forse non c’era. Un tempo le creature di Dio erano numerose come chicchi di gran...

venerdì 16 dicembre 2011

Parigi, Ankara alleato importante


Riportiamo l'articolo dell'Agenzia d'informazione del Mediterraneo ANSAmed.

Francia: voto armeni; Turchia pronta a richiamare ambasciatore

Parigi, Ankara alleato importante
15 DICEMBRE, 15:4I

(ANSAmed) - PARIGI, 15 DIC - La Turchia richiamerà il suo ambasciatore a Parigi se l'Assemblea Nazionale francese voterà a favore della proposta di legge che sanziona la negazione del genocidio armeno del 1915: è quanto ha riferito all'agenzia France presse il portavoce dell'ambasciata turca a Parigi, Engin Solakoglu. "Ci saranno delle conseguenze irreparabili in tutti i settori delle relazioni bilaterali. Per prima cosa il nostro ambasciatore verrà richiamato per consultazioni e per una durata indeterminata già dal 22 dicembre, in funzione del voto dell'Assemblea nazionale francese".
Dopo le dichiarazioni dell'ambasciata turca il portavoce del Ministero degli Esteri francese, Bernard Valero, ha ribadito che "la Turchia è un alleato molto importante per la Francia, diamo la massima importanza ai nostri scambi con Ankara, su temi internazionali e regionali". "Gli scambi che intratteniamo molto regolarmente - ha proseguito - ci hanno, in effetti, permesso di progredire nella comprensione reciproca degli interessi rispettivi".
L'assemblea nazionale francese si esprimerà la prossima settimana su un progetto di legge che prevede sanzioni per il negazionismo sul genocidio armeno del 1915, che Parigi ha riconosciuto nel 2001.(ANSAmed).

mercoledì 14 dicembre 2011

Il dono del Khachkar alla Roma Capitale

Riportiamo qui sotto l'articolo sul sito del quotidiano on line Roma Capitale News relativo alla cerimonia tenutasi ieri, il 13 dicembre, al Museo di Roma in Palazzo Braschi, nell'ambito della visita ufficiale del presidente armeno Serzh Sargsyan  in Italia. 

http://www.romacapitalenews.com/la-croce-aremena-di-roma-alemannopatrimonio-culturale/




Khachar del XII sec.
Coro degli alunni della scuola elementare di Civitavecchia canta l'inno nazionale armeno

martedì 13 dicembre 2011

La mostra omaggio ad Alfonso Avanessian continua

La mostra delle opere del nostro connazionale Alfonso Avanessian inaugurata il 15 novembre durerà fino al  20 dicembre del 2011.
Vi proponiamo le riprese dell'inaugurazione della mostra ad opera dell'Agenzia IRIB per  la tv iraniana.

                                                                    
                                               
                                          Omaggio ad
A L F O N S O     A V A N E S S I A N
                        
                                           Galleria  DAFNE ARTE 
                    via della Colonnette,  20 00186 Roma

Tel. 06.3221 547  e-mail dafnearte@libero.it  dalle 10,30 alle 13,30
Fax 06.83515024      www.dafnearte.it dalle 15,00 alle 20,00

Serata armena a Trastevere

Il giorno 11 Dicembre, presso la sala annessa alla Basilica di Santa Cecilia, si è svolta la consueta manifestazione dedicata all’Armenia, in collaborazione con l’Associazione culturale “Santa Cecilia in Trastevere”. Durante la serata sono state presentate le nuove cariche dell’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio per cui la Presidente Yeghis Keheyan ha illustrato il ruolo dell’associazione, il nuovo blog e diverse iniziative in preparazione. 
Alla serata ha partecipato anche l’abbadessa del monastero di Santa Cecilia, Madre Giovanna Valenziano O.S.B., cui è seguita la presentazione del libro di fiabe di Hovhannes Tumanian, “Nazar il Prode e altre fiabe armene”, tradotte in italiano da Anush Torunyan. Due fiabe sono state lette dalle piccole Anì e Gayane. In seguito, la soprano Narine Jaghatspanyan ha deliziato il pubblico con le canzoni della tradizione armena. Dopo di che si è tenuta l’estrazione della lotteria, i cui proventi andranno in beneficenza.
In conclusione della serata tutti i partecipanti si sono uniti attorno alla tavola conviviale imbandita con le pietanze armene, preparate dai membri dell’associazione.
Gli invitati, inoltre, hanno avuto modo di conoscere i lavori in creta dell'artista Teresa Sargsyan.













domenica 11 dicembre 2011

La visita del Presidente della Repubblica d'Armenia in Italia

Il 12-15 dicembre il Presidente della Repubblica d’Armenia Serzh Sargsyan, nel corso della visita ufficiale nella Repubblica d'Italia e nella Città del Vaticano, incontrerà il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, il Papa Benedetto XVI, nonché il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, il Segretario di Stato Vaticano Cardinale Tarcisio Bertone e il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Il presidente armeno, inoltre, farà visita alla mostra “Dvin: una Capitale Armena tra Europa ed Asia” nel Museo di Roma del Palazzo Braschi. Mentre a Venezia parteciperà all’inaugurazione, sotto l’alto patronato dei presidenti dei due paesi, della mostra dal titolo “Armenia. Impronte di una civiltà ", dedicata al 500 ° anniversario del primo libro stampato in armeno.

E’ previsto anche l’incontro del presidente Sargsyan con i membri della Congregazione dei Mechitaristi di Venezia e con i rappresentanti dei più di 20 organizzazioni della comunità armena in Italia.

L'articolo dal quotidiano il Tempo

Riportiamo qui sotto un trafiletto dal quotidiano Il Tempo del 10/12/2011.


giovedì 8 dicembre 2011

La storia della canzone ”Pour toi Arménie”

Riportiamo in breve la storia della canzone di Charles Aznavour, "Per te Armenia", che abbiamo inserito nel post pubblicato il 7 dicembre per ricordare il tragico terremoto del 1988.
Quel giorno George Garvarentz, famoso compositore di grandi successi francesi, è nel suo studio di registrazione e sta ascoltando una colonna sonora. Non sa nulla di quanto avvenuto nella sua terra d’origine. Sua moglie Aida decide di non disturbarlo mentre lavora e lui ne verrà a conoscenza soltanto l’indomani sul volo Los Angeles-Parigi. Vuole subito comporre qualcosa ma sa che prima dovrà vedere Charles Aznavour. Aspetterà i suoi testi così profondamente poetici.
Quando si incontrano a Parigi pensano anche di organizzare un concerto o creare un’associazione per aiutare il popolo armeno. 

Alla fine di una lunga notte di lavoro nasce la canzone ”Pour toi Arménie” che viene ampiamente divulgata dai media. Ne segue la creazione dell’associazione di beneficienza “Aznavour per l’Armenia” che raccoglierà i generosi aiuti da tutta la Francia e non solo. Circa 90 artisti contribuiranno al successo della canzone che per 10 settimane rimarrà in 1° posizione nella Singles Chart francese  e di cui saranno vendute più di 1 milione di copie. Il video clip sarà realizzato da Henri Verneuil
L’associazione voluta da Charles Aznavour  potrà così aiutare le vittime del devastante terremoto e con i fondi raccolti verranno ricostruite 7 scuole,  3 orfanotrofi e molte abitazioni.

mercoledì 7 dicembre 2011

Il 7 dicembre del 1988

23 anni fa  la furia della devastante onda tellurica  che fece sussultare  tutta la terra armena, ha portato via più di 25000 vite e cambiato irrimediabilmente i destini dei sopravissuti.  La catastrofe naturale che alle 11.41 ha fermato l’orologio della piazza di Gyumri, la seconda città dell’Armenia, ha segnato profondamente la vita degli armeni dividendola, come uno spartiacque, in prima e dopo il 7 dicembre. 
Il sisma di magnitudo 7,1 della scala Richter rase al suolo la città di Spitak e 58 villaggi circostanti, provocò la distruzione parziale delle città di Gyumri (Leninakan), Vanadzor (Kirovakan) e Stepanavan, coinvolgendo in tutto circa il 40 % del territorio  dell’allora repubblica sovietica armena. 

L’elevato numero dei morti e gli ingenti danni  furono  dovuti alla vastità della zona dell’epicentro (50-60 km), alla lunga durata delle scosse,  per cui le frequenze di oscillazione del sisma erano prossime a quelle degli edifici, moltiplicando di conseguenza molte volte la sua forza devastante. Così interi palazzi di 9 piani, a pannelli in cemento armato, sono implosi su se stessi  seppellendo  sotto i lugubri cumuli di detriti decine di miglia di vite. Ma non fu tutta  colpa della natura. Il disastro ha messo a nudo  irregolarità e manomissioni  dell’edilizia sovietica e, in particolare, l’inadeguatezza delle normative e dei criteri per  la costruzione in una zona  ad alto rischio sismico. 
Lunga e dolorosa è stata l’elaborazione del lutto, la rimarginazione delle ferite fisiche e morali, così come lunga e faticosa la ricostruzione. 
Gli  Armeni  non dimenticheranno mai la straordinaria solidarietà dei numerosi paesi del mondo (111 paesi) e in particolare, la mano tesa dagli Italiani arrivati fra i primi in Armenia,  contribuendo a lungo e in maniera incisiva in tutte le fasi della ricostruzione.

martedì 6 dicembre 2011

Manifestazione per l'Armenia

Anche quest’anno l'Associazione culturale “S. Cecilia in Trastevere” in collaborazione con “l’Associazione della Comunità Armena di Roma e del Lazio” ha organizzato  

MANIFESTAZIONE PER L’ARMENIA 
Domenica  11 dicembre 2011 
“Sala di Santa Cecilia” - Piazza Santa Cecilia, 22 - Roma

17,00 (18,30)*    
Saluto della Abbadessa del Monastero di S. Cecilia in Trastevere
Madre Giovanna Valenziano O.S.B.
17,15 (18,45)      
"Fiabe e canti armeni”
Dott.ssa Anush Torunyan e soprano Nariné Jagatspanyan

18,30 (19,45)      
Brindisi per gli auguri di fine anno

venerdì 2 dicembre 2011

Ara Malikian con lo show "PaGaGnini"

Teatro Olimpico - piazza Gentile da Fabriano 17, 
2 dicembre ore 21.30   Info tel. 06.3201752
 Riportiamo la comunicazione  relativa ad un concerto che vede come protagonista Ara Malikian. Ecco quel che dicono di lui:
"Per poter scherzare con i grandi della musica classica bisogna essere prima di tutto strumentisti dalla tecnica eccezionale. E poi, naturalmente, avere il senso dell'umorismo. Qualità che sono il segno di riconoscimento dell'insolito quartetto d'archi, capitanato dal violinista libanese di origini armene Ara Malikian, protagonista dello show "PaGAGnini" (la seconda G non è un refuso) presentato stasera alle ore 21.30 al Teatro Olimpico dall'Accademia Filarmonica Romana. Una girandola di momenti musicali e gag esilaranti, in un allegro mix di stili e generi, da Mozart, Boccherini, Paganini e Vivaldi fino a sconfinare nelle canzoni di Serge Gainsbourg e degli U2 in uno spettacolo che cattura e diverte il pubblico di tutte le età".
 (giovanni d'alò)

giovedì 1 dicembre 2011

Libro di Dadriàn e Akҫam

Lo Zorian Institute di Cambridge, Massachusetts ha recentemente promosso e presentato un libro su una ricerca fondamentale per l’evidenza storica del genocidio armeno. Gli autori sono i Professori Vahakn Dadriàn, armeno, e Taner Akҫam, turco, quest’ultimo già noto al pubblicato italiano per il suo libro "Nazionalismo Turco Genocidio Armeno", pubblicato da Guerini & Associati nel 2005.   E’ la prima pubblicazione congiunta di questi che sono i più famosi studiosi contemporanei del genocidio armeno. Viene riportata, dopo anni di ricerche e valutazioni, la completa documentazione degli atti processuali riferiti al 1919, attualizzandoli nel loro contesto storico e legale. In quell’anno una commissione del governo ottomano processò gli autori dei crimini perpetrati sugli armeni specialmente nel nord della Turchia, i cui documenti riferiscono in maniera inequivocabile del perverso piano e della sua realizzazione.   Questo lavoro riveste un’importanza cruciale per due motivi fondamentali: da una parte perchè si basa su documenti turchi autentici e dall’altra perché non è un’interpretazione di fatti storici ma la reale seppure difficile testimonianza di alti ufficiali ottomani fatta sotto giuramento.   Il libro dal titolo “Judgment at Istanbul: The Armenian Genocidi Trias”, è pubblicato in lingua inglese dall’editore Berghahn Books di New York e Oxford.