Si sono tenuti oggi a Gyumri i funerali delle vittime del brutale omicidio il 12 gennaio.
Il soldato Valerij Permyakov, della
102° base militare russa dislocata in Armenia, ha confessato di aver ucciso a
colpi di kalashnikov i sei membri della famiglia armena nella loro casa a Gyumri (seconda
città della Repubblica d’Armenia).
La tragedia è avvenuta il lunedì 12 gennaio
e nella notte di martedì Permjakov è stato arrestato dalle guardie di frontiera
russe vicino al confine con la Turchia.
"Le forze dell'ordine in Armenia non
hanno ancora intrapreso nessuna azione investigativa nei confronti dell’imputato
che si trova ancora nel territorio della base militare russa", ha detto oggi il
procuratore generale armeno Gevorg Kostanyan.
Kostanyan ha sottolineato che
il reato del 12 gennaio ha una "doppia accusa" e comprende sia il
crimine militare, punibile secondo il codice penale militare della Russia, così
come il reato non militare, commesso nel territorio di Armenia ed è punibile secondo
le leggi armene.
Nonostante le insistenti domande
dei giornalisti, il procuratore non ha specificato il tribunale di quale paese,
alla fine, giudicherà il soldato russo.
La tragedia ha provocato uno
shock in Armenia e i nuovi quesiti sulle condizioni di permanenza dei militari
russi nel paese.
Fonte: www.azatutyun.am
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