La prima Repubblica Democratica Armena, proclamata il 28 maggio del 1918, dopo 543 di occupazioni e domini, durò meno di due anni e mezzo (1918-1920).
Lo stemma della prima Repubblica |
Morì col vessatorio trattato di pace, stretto fra l’Armenia e la Turchia la notte fra il 2 e il 3 dicembre del 1920, a seguito della guerra turco armena scoppiata il 23 settembre di quell'anno. Le conseguenze della guerra con la Turchia furono disastrose per gli Armeni: il disarmo della maggior parte del suo esercito, la rinuncia al 50 % del suo territorio anteguerra e ai territori annessi all’Armenia con il trattato di Sèvres.
Sconfitta, l’Armenia cedette il controllo ai sovietici: il 29 novembre del 1920 l’Armata Rossa entrò in Armenia.
Il 13 ottobre del 1921 fu stretto il trattato di Kars, con la partecipazione delle nuove entità sovietiche transcaucasiche: Armenia, Georgia e Azerbaigian. Il trattato stabilì il ritiro dell’esercito turco di Ataturk da Gyumri (in Armenia) e dall’Adgiaria (in Georgia). In cambio l’Armenia perse definitivamente i territori di Kars, Ighdir e Ardagan, compresa l’antica città di Anì e il monte Ararat, uno dei simboli dell’identità nazionale. All'Azerbaigian invece fu annessa la regione di Nakhichevan, in precedenza contesa fra gli Armeni e gli Azeri.
Ecco alcuni passaggi del discorso del presidente armeno Serzh Sargsyan il 28 maggio scorso durante le celebrazioni per la vittoria nella battaglia di Sardarapat.
RispondiElimina"95 anni fa a Gharakilisa, Bash-Aparan e soprattutto qui, a Sardarapat, siamo stati messi alla prova fatale. E’ stata una prova nazionale - per vecchi e giovani, religiosi e militari, militanti del partito dei Dashnak e comunisti, funzionari e contadini.L'ultima manciata di armeni che vivevano nella loro patria, lottavano per la loro sopravvivenza. Qui ci siamo fermati e abbiamo respinto il nemico allorché il mondo non aveva più né illusioni né dubbi sulle intenzioni razziste ed anti-armene dell'avversario. Qui gli armeni dell'Armenia orientale scongiurarono la catastrofe imminente. Il genocidio che ha avuto origine nella Turchia ottomana e fu costantemente perpetrato e proliferato è stato qui fermato grazie al nostro spirito di unità ", ha detto il presidente Sargsyan. "…Per molte nazioni la dichiarazione di indipendenza è stato un atto politico e anche una grande cerimonia, mentre per noi è stato un calvario. Noi non sapevamo nemmeno che uno o due giorni dopo le coraggiose battaglie di maggio avremmo dichiarato l'indipendenza. Abbiamo creato uno stato armeno proprio nel campo di battaglia a caro prezzo di numerose vittime e danni enormi e grazie alla fede, sostenendoci a vicenda e guardando avanti. Uniti! 28 mag 1918 annunciava la nostra liberazione fisica e la rinascita politica. Successivamente il valore e il vigore del nostro popolo sono stati superbamente manifestati durante la Grande Guerra Patriottica e nella battaglia di Artsakh, testimoniando nel miglior modo possibile, che conosciamo la formula di sopravvivenza e della vittoria. " In conclusione il presidente armeno ha sottolineato che le nuove generazioni devono ricordare il messaggio importante trasmesso da quelli che hanno fatto del 28 maggio una realtà. "Siate uniti! Siate fedeli allo Stato! Contate sulle vostre forze! Così saremo in grado non solo di ripristinare la nostra sovranità e indipendenza interrotte per secoli, ma otterremo notevoli risultati. Le loro radici sono state gettate qui, e oggi noi siamo qui, come orgogliosi cittadini di un Paese libero e indipendente, eredi degli eroici antenati".
Seta Martayan