Comunicato diramato dal Consiglio Direttivo dell’Unione degli Armeni d’Italia Milano, 4 aprile 2016
L'Unione degli Armeni d'Italia esprime grave preoccupazione per il più massiccio attacco militare
dell'Azerbaigian lungo tutta la linea di contatto con la Repubblica Autonoma del Nagorno Karabakh
(Artsakh). Nelle ultime 48 ore, l’Azerbaigian ha lanciato un'offensiva combinata terra-aria senza precedenti,
violando apertamente il cessate il fuoco firmato nel 1994.
L’attacco da parte del regime autoritario di Baku è in assoluto il più violento dal 1994 contro infrastrutture e
insediamenti civili e militari, ed è da considerarsi un vero e proprio atto di guerra. Secondo fonti ufficiali gli
attacchi hanno causato la morte di un bambino armeno di 12 anni e il ferimento grave di altri due bambini
durante il bombardamento della loro scuola. Inoltre, sono stati uccisi 18 soldati dell'Esercito di Autodifesa
del Nagorno Karabakh, mentre il numero dei feriti è di 35 persone. L'aggressione militare dell'Azerbaijan è
stata sferrata quasi in concomitanza con la chiusura dei lavori del vertice, che si è recentemente tenuto a
Washington contro la proliferazione delle armi nucleari, a cui hanno partecipato oltre cinquanta capi di stato
(inclusi i presidenti dell’Armenia, dell’Azerbaigian e della Turchia).
La comunità armena d'Italia è inoltre inorridita dalle immagini di tre anziani armeni torturati e uccisi dalle
forze speciali azere a Talish, nel nord-est del Nagorno Karabakh.
Continui appelli lanciati dalla comunità internazionale nel risolvere il contenzioso attraverso negoziati di
pace (non ultimi i recentissimi richiami fatti dai co-presidenti mediatori del Gruppo di Minsk dell’OSCE, dalla
presidenza di turno tedesca dell’OSCE, dal Vice-Presidente e dal Segretario di Stato degli Stati Uniti
d’America, dal Presidente della Federazione Russa) sono stati palesemente ignorati dalla parte azera.
L'Unione degli Armeni d’Italia qualifica rivoltante la dichiarazione da parte delle autorità azere di una tregua
unilaterale alle ore 14.00 di domenica 3 aprile, seguita a distanza di minuti da un massiccio bombardamento
azero con missili Grad contro obiettivi civili armeni nella città di Mardakert.
Come cittadini italiani ed europei di origine armena, membri di una comunità storica presente in Italia e con
l'Italia da circa duemila anni, lanciamo un accorato appello alle nostre autorità italiane e ai membri italiani
del Parlamento Europeo affinché prendano una netta posizione di condanna contro ogni tipo di violazione
del cessate il fuoco lungo la linea di contatto tra l'Azerbaijan e il Nagorno Karabakh e affinché si adoperino
in ogni modo per la soluzione del conflitto attraverso negoziati di pace.
Chiediamo a gran voce al Governo italiano di condannare senza ambiguità l'aggressione azera e di
adoperarsi concretamente il prossimo 5 aprile alla riunione del Gruppo di Minsk dell'OSCE per ristabilire la
pace in Nagorno Karabakh e rilanciare i negoziati per una soluzione duratura del conflitto, basata sul diritto
universale all'autodeterminazione dei popoli sancito dalla Carta dell'ONU e dall'Atto Finale di Helsinki.